"Swivel ring with a scarab showing an athlete pouring sand on his thigh"
Anello d’oro con scarabeo in corniola girevole.
Sulla base dello scarabeo è intagliata la figura di un atleta nudo e inginocchiato nell’atto di cospargersi la coscia con granelli di sabbia.
In assenza di iscrizioni non è possibile riconoscere con certezza il personaggio raffigurato, forse identificabile con il principe Tideo, eroe greco del ciclo tebano, rappresentato sulla base di altri scarabei etruschi attribuiti allo “stile severo”.
M.B.
L’anello con scarabeo venne probabilmente rinvenuto a Vulci durante gli scavi condotti dalla famiglia Campanari tra il 1828 e il 1837. Stando a quanto riportato da J.D Beazley nel suo The Lewes House Collection of Ancient Gems, il prezioso manufatto passò dalla proprietà della famiglia Campanari alla Collezione Evans per poi essere formalmente venduto al Museum of Fine Arts di Boston dal collezionista americano Edward Perry Warren il 7 aprile del 1921.
J Boardman (ed.), The Lewes House Collection of Ancient Gems [now at the Museum of Fine Arts, Boston] di J.D. Beazley, Oxford 1920, n. 040.
Per i riferimenti bibliografici: E. Giovanelli, Scarabei e scaraboidi in Etruria, agro falisco e Lazio arcaico dall’VIII al V sec. a.C., Aristonothos. Scritti per il Mediterraneo antico. Quaderni, n. 3, Trento 2015.