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Oinochoe etrusca a figure nere del Pittore di Tityos

"amphore"

Provenienza: Vulci

Museo: Bibliothèque nationale de France (BnF)

Città: Parigi

Oggetto: Oinochoe

Materiale: Ceramica

Classe: Etrusca a figure nere

Periodo: Età Arcaica 580-480 aC

Attribuzione: Pittore di Tityos

Iscrizione: n/d

Dimensione: H 28,2 cm

Numero Inventario: De Ridder.178

Data di Acquisizione: 1836, acquistata da Edme-Antoine Durand

Precedenti Collezioni: Collezione Durand

Scena: Mitologia

Soggetto: Elena, Paride, Afrodite, Enea, sfingi, leoni, pantere, grifoni, cavallo, tritone

Decorazione Accessoria: Edera, zigzag, denti di lupo

BEAZLEY Archive: 1000406

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Oinochoe etrusca a figure nere, attribuita al Pittore di Tityos (ultimo quarto VI a.C.) isolato all’interno della serie dei “Vasi Pontici”. Il vaso reca un’imboccatura trilobata a becco stretto. L’ansa trifida si imposta direttamente sull’orlo con due rotelle laterali. Sul collo è rappresentato un motivo a foglie d’edera e archetti con puntini bianchi. Sulla spalla è presento l’incontro tra Paride e Elena, raffigurati stanti e affrontati. La figura maschile, in nudità con clamide fissata al collo e fionda nella mano destra, saluta la figura femminile, la quale regge l’orlo della veste con la mano destra. Alle spalle di Paride seguono Afrodite, vestita di chitone e himation con uno scettro o un bastone nella mano sinistra, ed Enea vestito di corto chitone e corona nella mano sinistra. I personaggi sono affiancati da figure animali, reali e fantastici: sfingi alate, cavallo, leoni, pantera. Il fregio inferiore, separato da un doppio motivo a foglie d’edera con linea a zigzag al centro, rappresenta una teoria di animali ed esseri fantastici che si muovono verso sinistra: pantera, grifone, tritone, sfingi e leoni. La parte inferiore del vaso è decorata con un fregio di foglie d’edera e da una catena di denti di lupo, che dipartono dal piede del vaso.

C.V.

L’oinochoe, rinvenuta a Vulci, fu venduta tramite vendita pubblica il 1 giugno 1836 alla Bibliothèque Nationale de France. Precedentemente aveva fatto parte della collezione privata di Edme-Antoine Durand.

Corpus Vasorum Antiquorum: Paris, Biblioteque National 1, 22, pls. 27.5-7, 28.2-3.7.

T. Dohrn, Die schwarzfigurigen etruskischen Vasen aus der zweiten Hälfte des sechsten Jahrhunderts, Berlin 1937, p.148, n. 106.

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