VULCI, 4 APRILE – Straordinaria scoperta archeologica a Vulci. Una tomba etrusca, perfettamente conservata e mai violata, è stata aperta oggi da Carlo Casi, direttore scientifico Parco di Vulci, durante gli scavi nella Necropoli dell’Osteria. La sepoltura – risalente al VI secolo – è quella di una donna di classe medio alta. Vulci è l’antica città etrusca nel territorio di Canino e di Montalto di Castro, in provincia di Viterbo, nella Maremma laziale.
Le telecamere della Tgr Lazio hanno documentato l’apertura. Il direttore dello scavo ha dischiuso il vano. Le due lastre di tufo larghe sessanta centimetri, del peso di 40 chili l’una, sono state rimosse iniziando a far luce, dopo aver spostato i materiali della fessura con una cazzuola.
La sepoltura è costituita da una piccola stanza nella quale c’è un banco di pietra per ospitare le ceneri della defunta e una base sulla quale sono furono depositati i corredi, una trentina di vasi, e il braciere nel quale ci sono ancora i carboni e uno spiedo nel quale, ai tempi dell’ultima offerta, dovevano essere infilzati pezzi di carne per l’ultimo pasto mai consumato. Il ritrovamento composto dei resti di un pranzo rituale è piuttosto raro.
Tra il corredo una fuseruola, oggetto tipico della tessitura, che ha consentito di comprendere che il contesto è quello di una tomba femminile. La classe sociale della defunta è stabilita grazie alla sontuosità del materiale ceramico, posto alla base del banco di arenaria, sul quale è collocato il vaso delle ceneri.
Si cercheranno – anche grazie al Dna di frammenti ossei – di ricostruire la parentela della donna con altre persone che trovarono sepoltura nella necropoli. Quella dell’Osteria fa parte del più vasto complesso della necropoli settentrionale di Vulci. L’uso funerario dell’area inizia con il Bronzo finale, indicato da materiali raccolti in superficie; materiali villanoviani sono documentati, su punti diversi della necropoli, sia da scavi che da ricognizioni.