TUSCANIA, 13 LUGLIO – Ancora pochi giorni e saranno resi noti i risultati del progetto GeMoN – capofila il CNR – con l’ esito delle indagini nella Necropoli di Madonna dell’Olivo a Tuscania.
L’appuntamento e’ per il 19 luglio presso la sede del CNR a Roma in Piazzale Aldo Moro. Lo studio condotto ha consentito di avere delle prime indicazioni utili per valutare le condizioni di stabilità del sistema, mentre – sul medio-lungo termine – permetterà la messa in sicurezza dell’accesso agli ambienti ipogei e delle aree circostanti, anche con interventi conservativi mirati. Sono state analizzate, oltre alla staticità, le variazioni delle condizioni geo-ambientali intrinseche in modo da stabilire al meglio le azioni successive, anche grazie ad un sistema di monitoraggio integrato.
GeMoN (Caratterizzazione GEologica, geotecnica e geofisica e MONitoraggio) dello stato di degrado della Necropoli della Madonna dell’Olivo mira allo sviluppo di metodologie e tecniche a supporto della salvaguardia e della corretta gestione di beni archeologici, quali il sito etrusco della Necropoli di Madonna dell’Olivo. Il progetto e’ stato finanziato da Lazio Innova nell’ambito del DTC Lazio-Distretto Tecnologico Beni e Attività Culturali, Associazione Centro di Eccellenza. Per la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti Paesaggio dell’Etruria Meridionale parteciperanno i funzionari competenti di zona: l’archeologa dott.ssa Simona Carosi e l’architetto Giuseppe Borzillo, con un contributo dal titolo “Archeologia e paesaggio a Tuscania. La necropoli di Madonna dell’Olivo”.
Capofila del progetto è il CNR-Istituto di Geologia Ambientale e Geo-ingegneria, mentre la Sabap VT-EM è partner con l’Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale (Dip. di Ingegneria Civile e Meccanica) e l’Università degli Studi di Roma La Sapienza (Dip. di Ingegneria Strutturale e Geotecnica).
GeMoN, iniziato nel 2022, e’ stato condotto con rilievi e indagini in situ, analisi di laboratorio e rielaborazioni statistiche facendo ricorso a tecniche e strumentazioni innovative al fine di implementare ed elaborare dati per una migliore conoscenza dell’ammasso roccioso in cui è scavata la necropoli della Madonna dell’Olivo. “E il tutto sembra più un punto di partenza che di arrivo”, commenta sulla pagina Facebook la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti Paesaggio dell’Etruria Meridionale.
Per saperne di piu’: la necropoli di Madonna dell’Olivo, situata circa 2 km a sud-ovest di Tuscania, si affaccia sulla vallata del Marta rimanendo in vista dal Colle di S. Pietro, sede dell’antico abitato e sul quale sorsero in età medievale le chiese di San Pietro e Santa Maria Maggiore. La necropoli prende il nome dalla attigua Chiesa della Madonna dell’Olivo. Pur essendo già in uso in età arcaica e tardo arcaica etrusca (VI-V secolo a.C.), il complesso è noto soprattutto per le tombe di età ellenistica (IV-I secolo a.C.) disposte a vario livello su più gradoni del terreno. Appartenute a famiglie di rango gentilizio, erano in origine provviste di facciate architettoniche con decorazioni anche scultoree in pietra (figure sia animali che umane e fantastiche), solo in parte pervenuteci anche per via dei crolli della rupe succedutisi nel tempo.
Nel gradone superiore si trova la “Grotta della Regina”, nota fin dall’800, che si colloca tra gli ipogei più significativi dei siti centrosettentrionali dell’Etruria. Il nome si deve ad un affresco con figura femminile incoronata, oggi scomparso. Nel 1967 vennero scoperte e riportate in luce la Tomba del Sarcofago delle Amazzoni e i tre sepolcri della famiglia dei Curunas (IV-I secolo a.C.), che hanno restituito sarcofagi in pietra (nenfro), esposti nel Museo Archeologico di Tuscania. Nel museo si conservano anche i corredi che contano ceramiche di varia tipologia, anche di esecuzione pregiata e di varie fabbriche; il gruppo più importante di oggetti è comunque rappresentato da vasi di bronzo (in particolare quelli della Tomba I Curunas facenti parte di un sontuoso servizio da mensa), ai quali si affiancano specchi figurati, utensili e ornamenti del mondo femminile.
Ad epoca più antica (V secolo a.C., se non ancora sullo scorcio del VI secolo a.C.) risale un interessante sepolcro a due camere comunicanti attraverso due porte, caratterizzato dalla decorazione scolpita nel banco all’interno del secondo vano: una fitta travatura del soffitto compresa negli spazi tra il columen e i mutuli, i quali sono peraltro impostati su lesene rese a rilievo sulle pareti. (@OnuItalia)
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