add_action( 'wp_footer', function() { ?>

CHIUSI, 1 GIUGNO – Al Museo di Chiusi uno specchio di bronzo ottocentesco della collezione Paolozzi e’ il secondo reperto della serie “L’opera del mese: reperti dai magazzini del museo” partita all’inizio di maggio. Ogni mese, all’inizio del percorso di visita, viene esposto un reperto usualmente non esposto al pubblico.

ChiusiQuesto mese, al posto dello scriba intento a registrare su delle tavolette i risultati di una gara, è stato esposto lo specchio inventariato col numero P. 780. E’ un interessante esempio dell’attività di abili artigiani chiusini che nel 1800 si specializzarono nella produzione di falsi spesso ottenuti assemblando parti di reperti originali.

Al Museo di Chiusi uno specchio "etrusco" ottocentesco e' l'opera del meseLo specchio P. 780 è un caso emblematico di questa pratica: è, infatti, un reperto originale del V secolo a.C. a cui fu aggiunta la raffigurazione incisa del dio Fufluns (Dioniso) e di una Menade.
La scena tuttavia non fu inventata ma copiata da una pubblicazione del 1833, l’Etrusco Museo Chiusino, dove era riprodotto un vaso originale del tardo IV secolo a.C.
Il Museo di Chiusi fu inaugurato il 28 ottobre del 1871 presso due sale in via Mecenate che in passato avevano ospitato la Collezione Bonci Casuccini, con i reperti acquisiti dalla Commissione Municipale, appositamente costituita, e con le donazioni del clero e di famiglie locali. Nel 1901 venne trasferito all’interno dell’edificio di via Porsenna, dove si trova ancora oggi. Passato allo Stato nel 1963, e divenuto così Museo Nazionale Etrusco, il museo espone eccezionali reperti archeologici di epoca etrusca, romana e longobarda, rinvenuti nella città e nel suo territorio. Fu riallestito nel 1985 e ampliato nel 1992 con la sistemazione del piano inferiore. L’allestimento attuale risale al 2003. È oggi gestito dalla Direzione regionale musei della Toscana del Ministero della Cultura.