"amphore, Héraclès et le lion de Némée"
Anfora attica a figure nere, attribuita a Lydos (560-540 a.C.). La decorazione figurata si sviluppa, su entrambi i lati, entro uno spazio metopale che occupa oltre la metà della superficie del vaso. In alto la scena è delimitata da un fregio di palmette, mentre nella parte inferiore da una banda color porpora. Sul lato A, è raffigurata la lotta di Eracle contro il leone di Nemea. Al centro della scena Eracle, barbato e in nudità, afferra i leone a mani nude, mentre la spada rimane al fianco entro il fodero. A terra, tra i due contendenti, giace un indumento posato su una roccia. Assistono al combattimento due giovani uomini sulla sinistra e una figura barbata sulla destra. Sul lato B, è presentata una scena efebica. Al centro una figura virile barbata, con ghirlanda intorno al braccio destro, afferra il mento del giovane a lui affrontato, caratterizzato da lunghi capelli e ghirlanda al polso sinistro. Alle loro spalle compaiono una coppia di figure virili a destra e una coppia di giovani a sinistra, stanti e visti di profilo convergenti verso la scena centrale. Un motivo a denti di lupo molto stretti diparte dal piede.
C.V.
L’anfora, rinvenuta a Vulci, fu acquistata dalla Bibliothèque nationale de France il 17 maggio 1843. Precedentemente aveva fatto parte della collezione privata di Bonnefonds de Lavialle, principe di Canino.
L. Détrez, Terre ! Escales mythiques en Méditerranée. Trésors de la BnF et collections marseillaises, Gand 2020, n. 3, p. 25.
T.H. Carpenter, T. Mannack, M. Mendonça, Beazley Addenda (2e éd.), Oxford 1989.
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