"Amphore"
Anfora con corpo ovoide, anse verticali a nastro -leggermente asimmetriche- impostate sulla spalla e sul collo cilindrico, piccolo fondo piano. Il collo del vaso è decorato da una catena di denti di lupo; sulla spalla si alternano fiori e boccioli di loto capovolti e allacciati a sottili volute. L’ampio corpo del vaso è bipartito da due fregi figurati incorniciati da spesse bande e divisi da una sottile fascia. Sul registro figurato superiore un’ampia palmetta campita da puntini è fiancheggiata da due palmipedi e due sfingi alate convergenti. Sul lato opposto la palmetta, non più visibile, è fiancheggiata da palmipedi e da grifi alati seduti sulle zampe posteriori. Il registro inferiore è decorato da una teoria di cinque stambecchi pascenti incedenti verso destra. Sul fondo sono dipinti, come riempitivi, rosette stilizzate rese a puntini e una croce gammata. La parte inferiore dell’anfora è decorata da una guilloche e da una catena di boccioli e fiori di loto alternati. L’anfora, la cui forma richiama i contenitori da trasporto greco-orientali, è stata riferita alla produzione matura del Pittore delle Rondini, un artigiano di origine greco-orientale attivo a Vulci alla fine del VII secolo a.C. La sua produzione, che consta di una dozzina di vasi -più quattro esemplari riferiti alla sua bottega-, sintetizza al suo interno i caratteri stilistici derivati dal suo ambiente di formazione e quelli richiesti dalla commitenza locale.
M.B.
Con generica provenienza dall’Etruria, l’anfora del Pittore delle Rondini fu acquistata dal Musée du Louvre nel 1965 dal numismatico tedesco Herbert A. Cahn.
J. Schiering, Eine Amphora des Schwalbenmalers im Louvre, in Revue Archéologique 1, 1974 pp. 3-14.
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F. Gaultier in F.Gaultier, L. Haumesser, K. Chatziefremidou, L’art étrusque. 100 chefs-d’oeuvre du Musée du Louvre, Paris 2013, p. 54, n. 20.
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