"Copper dish"
Questo grande lebete di bronzo, o calderone, ha un fondo ampio, quasi piatto e lati quasi verticali. Il bordo piccolo e piatto gira verso l’interno per formare un labbro simile a una flangia. In tre punti equidistanti appena sotto questo bordo ci sono gruppi di piccole perforazioni, ciascuna di ca. 3 mm Ø. I fori sono disposti in configurazioni approssimativamente triangolari e indicano che i lebeti una volta avevano elementi in fusione piena attaccati a questi tre punti. Che fossero anse, protomi o gambe è difficile da dire.
Sia i lebeti in bronzo greci che etruschi si ispirano a prototipi del Vicino Oriente che furono spesso importati in Occidente durante il VII secolo. Esempi approssimativamente dello stesso tipo e dimensione dei nostri lebeti sono stati trovati nelle tombe di Tarquinia, Praeneste, Monteleone e Orvieto. Un confronto molto stretto per la forma proviene da via Isonzo, Tomba 4 a Siracusa. L’esempio è stato ritrovato con una pisside medio corinzia e due calici Chioti che possono essere attribuiti agli anni compresi tra il 580 e il 565 a.C. Il contesto dell’esempio di Monteleone suggerisce una data più prossima alla metà del VI secolo a.C.
C.M.P.
Il contesto viene da una tomba a camera. Non c’è alcuna documentazione di scavo, probabilmente si tratta di una doppia sepoltura: un uomo determinato dalla presenza di armi, e una donna per un bracciale. Data: 620-540 a.C.
De Puma 1986: Etruscan Tomb-Group: Ancient Pottery and Bronzes in Chicago’s Field Museum.