"amphore"
Oinochoe etrusca a figure nere, attribuita al Pittore di Tityos (ultimo quarto VI a.C.) isolato all’interno della serie dei “Vasi Pontici”. Il vaso reca un’imboccatura trilobata a becco stretto. L’ansa trifida si imposta direttamente sull’orlo con due rotelle laterali. Sul collo è rappresentato un motivo a foglie d’edera e archetti con puntini bianchi. Sulla spalla è presento l’incontro tra Paride e Elena, raffigurati stanti e affrontati. La figura maschile, in nudità con clamide fissata al collo e fionda nella mano destra, saluta la figura femminile, la quale regge l’orlo della veste con la mano destra. Alle spalle di Paride seguono Afrodite, vestita di chitone e himation con uno scettro o un bastone nella mano sinistra, ed Enea vestito di corto chitone e corona nella mano sinistra. I personaggi sono affiancati da figure animali, reali e fantastici: sfingi alate, cavallo, leoni, pantera. Il fregio inferiore, separato da un doppio motivo a foglie d’edera con linea a zigzag al centro, rappresenta una teoria di animali ed esseri fantastici che si muovono verso sinistra: pantera, grifone, tritone, sfingi e leoni. La parte inferiore del vaso è decorata con un fregio di foglie d’edera e da una catena di denti di lupo, che dipartono dal piede del vaso.
C.V.
L’oinochoe, rinvenuta a Vulci, fu venduta tramite vendita pubblica il 1 giugno 1836 alla Bibliothèque Nationale de France. Precedentemente aveva fatto parte della collezione privata di Edme-Antoine Durand.
Corpus Vasorum Antiquorum: Paris, Biblioteque National 1, 22, pls. 27.5-7, 28.2-3.7.
T. Dohrn, Die schwarzfigurigen etruskischen Vasen aus der zweiten Hälfte des sechsten Jahrhunderts, Berlin 1937, p.148, n. 106.