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Sarcofago di Arnth Tetnies e Ramtha Visnai

"Sarcophagus and lid with portraits of husband and wife"

Provenienza: Vulci

Museo: Museum of Fine Arts

Città: Boston

Oggetto: Sarcofago

Materiale: Nenfro

Classe: n/d

Periodo: Età Classica 480-320 aC

Datazione: 370-360 aC

Attribuzione: n/d

Iscrizione: Etrusca

Dimensione: H 88 cm; W 73 cm; L 210 cm

Numero Inventario: 1975.799

Data di Acquisizione: 1975, acquistato dal Boston Athenaeum

Precedenti Collezioni: Proprietà di Luciana Valentini contessa Faina Musignano

Settore - Necropoli: Necropoli di Ponte Rotto

Anno Scoperta: 1845/1846

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Sarcofago   realizzato in peperino con coperchio conformato a letto funebre, provvisto di frontoncini decorati da antefisse a testa femminile, con coppia di defunti distesi e abbracciati.
Arnth Tetnies e la moglie Ramtha Visnai, sono avvolti da un lenzuolo che lascia scoperta la parte superiore del corpo e i piedi.Ramtha Visnai indossa una leggera tunica e una parure di gioielli composta da una corona di doppio filo intrecciato, orecchini cuoriformi e un bracciale a spirale.

Sul lato lungo del sarcofago, in corrispondenza del defunto, si sviluppa la rappresentazione della cerimonia nuziale dei defunti, scolpiti al centro del fregio e accompagnati dai rispettivi cortei, o del loro ricongiungimento nell’aldilà.

Al di sopra del fregio figurato, inciso a grandi lettere sul margine del coperchio, corre (da destra a sinistra) l’iscrizione etrusca che ricorda i nomi e la relazione dei coniugi defunti:  “ramθa : viśnai[ :] arnθeal : tetn[i]es : puia” (Ramtha Visnai moglie di Arnth Tetnies) [CIE 5312-14].

Il lato opposto della cassa, in corrispondenza della defunta, è privo di decorazione e doveva essere il lato del sarcofago, non visibile, adiacente ad una delle pareti della camera funeraria.

I lati corti della sarcofago sono invece decorati con scene di partenza verso l’aldilà: in corrispondenza della testa dei defunti un uomo barbato con tunica è rappresentato nell’atto si salire su una biga trainata da una coppia di cavalli, accompagnato da un giovane con un lituo; in corrispondenza dei piedi della coppia due donne siedono su un calesse guidato da una figura maschile canuta e accompagnate da un genio femminile con ali spiegate (Vanth). La datazione del sarcofago di Arnth Tetnies e di Ramtha Visnai è generalmente fissata al 370-360 a.C., circa trent’anni prima la deposizione del sarcofago del figlio Larth Tetnies e di sua moglie Thanchvil Tarnai.

All’interno dello stesso sepolcro (probabilmente nelle vicinanze della tomba detta dei Tetnie o dei “due ingressi”) furono dunque sepolti due generazioni appartenenti alla gens dei Tetnie, conosciuta e influente famiglia aristocratica di Vulci.

M.B.

Il sarcofago fu rinvenuto, insieme al celebre sarcofago di Larth Tetnies e Thanchvil Tarnai, nella necropoli di Ponte Rotto tra il 1845 e il 1846 nei terreni di proprietà della principessa Alexandrine Bleschamp, moglie di Luciano Bonaparte principe di Canino e Musignano. Per discendenza i manufatti passarono prima in eredità alla figlia Maria Alessandrina Bonaparte e in seguito alla nipote Luciana Valentini contessa Faina Musignano. Intorno al 1883 i sarcofagi vennero venduti a Firenze al critico d’arte e collezionista James Jackson Jarves che, nello stesso anno, li concesse in prestito all’American Exhibition of Foreign Products, Arts, and Manufacture tenutasi a Boston. I sarcofagi furono venduti congiuntamente al Museum of Fine Arts di Boston e al Boston Athenaeum. Questo sarcofago fu dapprima assegnato all’Athenaeum e fu dato in prestito al Museum of Fine Arts dal 1887 fino a quando fu formalmente acquistato nel 1975.

C.C. Vermeule (rev.), Greek, Etruscan & Roman Art: The Classical Collections of the Museum of Fine Arts, Boston 1963, p. 192, figg. 185a-c e 186.

M.B. Comstock, C.C. Vermeule, Sculpture in Stone:The Greek, Roman and Etruscan Collections of the Museum of Fine Arts, Boston 1976, pp. 247-249.

L.B. van der Meer, Decorated Etruscan Stone Sarcophagi, in BABesch LXXVI, 2001, p. 83, H5.

M.Morandi Tarabella, Prosopographia Etrusca I Corpus. 1.Etruria meridionale, Roma 2004, p. 537, n. 7.

 

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