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Skyphos attico a figure rosse del Pittore di Pantoxena

"skyphos, Eos à la poursuite de Tithonos"

Provenienza: Vulci

Museo: Bibliothèque nationale de France (BnF)

Città: Parigi

Oggetto: Skyphos

Materiale: Ceramica

Classe: Attica a figure rosse

Periodo: Età Classica 480-320 aC

Datazione: 450-440 aC

Attribuzione: Pittore di Pantoxena

Iscrizione: Greca

Dimensione: H 29,9 cm; L 50,6 cm; Ø 36,8 cm

Numero Inventario: De Ridder.846

Altro Inventario: Luynes.709 (Inv.116)

Data di Acquisizione: 1862, donata da Honoré Théodore d'Albert duca di Luynes

Precedenti Collezioni: Collezione di Honoré Théodoric d’Albert duca di Luynes; collezione G. Bassegio

Scena: Mitologica

Soggetto: Dardano, Eos, Tithonos, Priamo, figure di giovani, figura virile

Decorazione Accessoria: Ovuli, meandri, crocette

BEAZLEY Archive: 213628

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Skyphos attico a figure rosse, attribuito al Pittore di Pantoxena (450-440 a.C.). Beazley lo attribuisce anche al Gruppo di Polignoto. Lungo l’orlo del vaso e attorno all’ansa che si imposta orizzontalmente corre un fregio ad ovuli. Nel lato A, Dardano volge verso sinistra reggendo due lance in una mano e sollevando l’altra in un gesto di saluto. Davanti a lui, Eos alata tende le braccia verso Tithonos, che si ritrae sollevando in alto una lira. Accanto a quest’ultimo vi è Priamo che procede verso destra reggendo una lira nella mano. Sul lato A compaiono le seguenti iscrizioni: Δαρδανος (Dardano), ḥεος (Eos), Παντοξένα | καλὰ | Κορίνθο̅ι (Pantoxena è bella a Corinto), [Τ]ιθ̣ονος (Tithonos), Πριαμος (Priamo). Sul lato B sono rappresentate quattro figure che avanzano verso sinistra avvolte nell’himation. Sono presenti: un giovane con in mano una lira, una figura virile barbata che si appoggia ad un bastone, due giovani di cui il secondo con in mano uno scrittoio. Le figure giovanili sembrano muoversi come a passo di danza. La decorazione figurata è delimitata in basso da un motivo a meandri alternati a crocette.

C.V.

Lo skyphos rinvenuto a Vulci fu donata alla Bibliothèque nationale de France nel 1862 dal collezionista Honoré Théodoric d’Albert, duca di Luynes. Precedentemente aveva fatto parte della collezione privata di G. Bassegio.

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