"miroir, Présentation d’Eros à Jupiter et Hélène et Agamemnon à Leuké"
Specchio etrusco in bronzo, a disco circolare con codolo. Lo specchio, il cui manico in materiale deperibile è perduto, presenta sul retro una complessa decorazione che si sviluppa su tre registri, con tredici personaggi identificati da iscrizioni incise. Dal 1834, il soggetto principale della rappresentazione è stato interpretato come la riconciliazione tra Elena e Menelao, per intervento dell’ombra di Agamennone. Nel registro superiore Eracle presenta un bambino alato (Epiur) a Giove (Tinia). Quest’ultimo, al centro, è seduto su un trono riccamente decorato; il petto è in nudità, mentre le gambe sono avvolte da una clamide decorata con ricami. Nella mano sinistra il dio tiene il fulmine che appoggia alla spalla. I piedi poggiano su una scala sorretta da due sfingi. La testa diademata è rivolta a sinistra, in direzione del bambino (Epiur) portato da Ercole (Herclé). L’eroe, anch’esso diademato, è raffigurato imberbe e in nudità. Con la mano destra regge la clava, mentre tiene Epiur con il braccio sinistro ricoperto di pelle di leone. Il bambino è nudo, con le ali spiegate. Ai lati di questo gruppo centrale sono rappresentate due dee sedute su sgabelli riccamente decorati. Quella alle spalle di Giove è una Venere etrusca, Thalna. Un cigno è posto ai suoi piedi. Dietro Ercole vi è un’altra Venere etrusca (Turan). La dea si appoggia con la mano destra ad uno scettro ornato da una melagrana. Ai suoi piedi è posto un ramo di mirto. Nel registro mediano Elena (Elina), vestita con un ricco costume frigio, è seduta su un trono decorato con teste di leone. Porge la mano a una figura virile barbata e riccamente abbigliata che arriva da destra: Agamennone (aχmemrun). Il re di Micene ha il capo coperto da un lembo del suo mantello o sudario. Tra di loro è raffigurato Menelao (Menle) vestito semplicemente di una clamide. Egli si appoggia con la mano sinistra su una lancia e tiene una phyale nella mano destra. Dall’altra parte di Elena è rappresentato Paride (elχsntre), seminudo e rivolto a sinistra. Tiene nella mano destra una lancia e avanza verso Mean (divinità etrusca personificante la Vittoria), che regge una larga banda ed è affiancata da una cerva. All’estrema sinistra compare Aevas (Memnone o Aiace), glabro e in nudità, indossa semplicemente un berretto frigio. Dietro Agamennone è rappresentata Lasa Thimrae che tiene in mano un alabastro e un discerniculum. Nel registro inferiore Lasa racuneta è raffigurata adagiata su un calice di fiori, in nudità e con un diadema sul capo. Il suo collo è ornato da un collana e le sue ali sono spiegate. Tiene nella mano sinistra un alabastro e nella destra un ago di profumo. Lo specchio si data intorno al 320 a.C.
C.V.
Lo specchio in bronzo, rinvenuto a Vulci, fu acquistato dalla Bibliothèque nationale de France il 1 Giugno 1836. Precedentemente aveva fatto parte della collezione E.-A. Durand.
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