Statua di giovane su ippocampo acefalo, scolpita in un unico pezzo con plinto di base rettangolare. Il volto del giovane cavaliere è caratterizzata da occhi prominenti molto allungati, leggermente asimmetrici, accentuati da profonde arcate sopraccigliari che formano con il naso due curve regolari che allungano la fronte. Sulle labbra, sporgenti e serrate, non vi è accenno di sorriso. Il mento è sfuggente e arrotondato e le guance lisce conferiscono morbidezza al volto. La capigliatura, scolpita in un unica massa liscia, cade sulle spalle con una curva che asseconda la linea del collo basso e robusto. Il busto è scolpito sommariamente, tagliato ad angoli netti senza alcun rilievo, così come le braccia, prive di dettagli muscolari, di cui non si conservano gli avambracci. La parte inferiore del corpo, che aderisce al dorso dell’ippocampo, è resa in bassorilievo: la natica arrotondata, la coscia e il polpaccio formano linee curve armoniose. Il piedi sono lunghi e privi di dettagli anatomici con la pianta leggermente arcuata. Dell’ippocampo, privo della testa equina e delle zampe rampanti, rimane il corpo sinuoso le cui dimensioni decrescono dalla testa verso l’ampia coda svasata. Il corpo è diviso in senso longitudinale da una scanalatura; la parte superiore, forse un tempo decorata da squame dipinte, presenta due piccole pinne in corrispondenza della parte sommitale e della coda. La scultura propone un soggetto iconografico che trova larga fortuna, anche su altre classi di produzione di destinazione funeraria, tra la metà e il terzo venticinquennio del VI secolo a.C. L’iconografia del cavaliere su ippocampo è infatti carica di contenuti simbolici legati all’ultimo viaggio del defunto, per il quale viene spesso richiamato l’ambiente marino, come elemento di passaggio verso il mondo dell’aldilà. La statua vulcente, eponima di un gruppo di sculture -anche di analogo soggetto- nominato Gruppo di Villa Giulia, è opera di un artigiano che presenta nel suo stile chiari riferimenti alla plastica greco-orientale e che adotta, per la resa dei dettagli, una tecnica scultorea che ricorda quella dell’intaglio.
M.B.
La statua del giovane su ippocampo fu rinvenuta nel luglio del 1919 in occasione dei lavori di scavo per la costruzione di un canale idroelettrico presso la riva occidentale del fiume Fiora. In località Poggio Maremma, sul fianco di una delle alture disposte a raggiera, fu inavvertitamente intercettata la parete di una piccola tomba a camera, orientata nord-sud, con banchina lungo la parete sinistra. Stando alle notizie dell’archeologo Goffredo Bendinelli all’interno della camera furono rinvenuti -oltre al gruppo scultoreo del giovane su ippocampo- anche i due frammenti pertinenti alla nota statua in nenfro di Centauro. Le due statue erano in origine poste come ornamento presso l’ingresso della tomba e furono verosimilmente abbandonate nella camera dai saccheggiatori della necropoli. Le celebri sculture entrarono a far parte delle collezioni del Museo di Villa Giulia subito dopo la scoperta.
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