"Lion"
Statua di leone in nenfro mancante della parte inferiore del corpo e delle ampie ali arricciate in corrispondenza della schiena. La testa compatta è caratterizzata dalla bocca spalancata che lascia scoperti i possenti denti rettangolari dai quali fuoriesce la lingua pendente, con tracce di colore rosso, che arriva fino al petto. I grandi occhi arrotondati si saldano al naso che doveva essere costituito da grandi narici dilatate e solcato da profonde pieghe. Dalla criniera uniforme si distaccano grandi orecchie triangolari con estremità arricciate. La scultura doveva riproporre, nel suo insieme, la figura di un leone alato, ruggente e seduto con gli arti posteriori su una base rettangolare. Le zampe anteriori dovevano essere tese al di sotto del petto prominente e caratterizzate da profonde solcature verticali, come suggerisce il confronto con un esemplare simile conservato al Metropolitan Museum of Arts di New York. Il leone di Boston è legato, insieme alla statua newyorkese e ad altri esemplari conservati a Vulci, Firenze, Basilea, Copenaghen, Oxford e Malibù, al “primo gruppo dei leoni vulcenti” isolato da W.L. Brown, prodotto di una bottega attiva a Vulci nei primi decenni del VI secolo a.C.
M.B.
La statua di leone in nenfro fu venduta al Museum of Fine Arts di Boston l’8 febbraio del 1961 dall’ Hesperia Arts di Philadelphia come proveniente da Vulci.
M.B. Comstock, C.C. Vermeule, Sculpture in Stone:The Greek, Roman and Etruscan Collections of the Museum of Fine Arts, Boston 1976, n. 390.
Sul leone dell’Osteria di Vulci: A.M. Moretti Sgubini, in Veio, Cerveteri, Vulci. Città d’Etruria a confronto, catalogo della mostra a cura di A.M. Moretti Sgubini, Roma 2001, p. 254, III.C.2.