add_action( 'wp_footer', function() { ?>
Statua di sfinge in nenfro

"Sphinx"

Provenienza: Vulci (Provenienza attribuita)

Museo: Museum für Kunst und Gewerbe

Città: Amburgo

Oggetto: Scultura

Materiale: Nenfro

Classe: n/d

Periodo: Età Arcaica 580-480 aC

Datazione: Tra il 550 e il 540 aC

Attribuzione: n/d

Iscrizione: n/d

Dimensione: H 100; L 85

Numero Inventario: 1973.43

Soggetto: Sfinge

Shares
Print Friendly, PDF & Email

Statua di sfinge in nenfro, ricomposta da due frammenti e mancante delle zampe, con volto di prospetto e corpo alato rivolto verso destra. La capigliatura con scriminatura mediana è organizzata in spesse trecce spiraliformi che, appuntate dietro le orecchie, scendono serpeggianti sul torace mentre ricadono dritte sull’ala posteriore. Il volto è caratterizzato da una fronte spaziosa curvilinea, con apicatura centrale, e occhi allungati evidenziati da ampie arcate sopraccigliari che, senza soluzione di continuità, si ricongiungono al naso mutilo. La tipica espressività arcaica è conferita dalla bocca con angoli leggermente piegati verso l’alto. Dal petto prominente si dipartono le lunghe ali, desinenti a riccio con scanalature del piumaggio ben marcate. La sfinge doveva essere accosciata sulle zampe posteriori, con la coda raccolta intorno alla coscia destra, su un plinto parallelepipedo. La statua di Amburgo, insieme ad un secondo esemplare frammentario conservato nello stesso museo, è stata attribuita alla mano di un maestro scalpellino, “Maestro di Civitavecchia”, operante a Vulci intorno alla metà del VI sec. a.C. Il Maestro, che prende il nome da una delle due sfingi conservate al museo di Civitavecchia, aggiorna il linguaggio stilistico della scultura in pietra del periodo precedente, con evidenti richiami alle esperienze scultoree greco-orientali (Samo, Mileto). L’eccezionale ritrovamento di una statua di sfinge nella nell’omonima tomba della necropoli dell’Osteria, scavi 2011-2012, incrementa il numero delle sculture ascrivibili allo stesso gruppo di cui fanno parte, oltre ai già citati esemplari di Amburgo e Civitavecchia, una statua di sfinge perduta, di cui rimangono solo le foto in bianco e nero, relative ai momenti successivi alla scoperta, un frammento acquisito nel 1984 dal Fogg Museum dell’Università di Harvard e una sfinge appartenente ad un’anonima e non ubicata collezione privata. Alla prima fase di attività del Maestro sono state riferite altre due sfingi: una proveniente dalla necropoli dell’Osteria, scavi 1955 -conservata nel Museo Archeologico di Vulci insieme ad un altro esemplare- e una, acefala, confluita al Museum of Fine Arts di Boston nel 1963.

M.B.

W. Hornbostel (a cura di), Kunst der Etrusker In Zusammenarbeit mit dem Museum für Kunst und Gewerbe Hamburg, Hamburg 1981, p. 53, n. 58.

M. Martelli, La cultura artistica di Vulci arcaica, in Un artista etrusco e il suo mondo: il Pittore di Micali, M.A. Rizzo (a cura di), Catalogo della Mostra (Roma 1988) , 1988, p. 23, figg. 21-22.

M. Martelli, Sculture vulcenti arcaiche: paralipomena. I. I maestri di Civitavecchia e di Amburgo-New York, in AEIMNHSTOS. Miscellanea di Studi per Mauro Cristofani, Firenze 2005, p. 396, fig. 2

Richiedi più informazioni

Ho letto e accetto