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ROMA, 14 GIUGNO – Le 24 statue di bronzo etrusche e romane, recentemente scoperte nelle antiche terme sacre di San Casciano dei Bagni in Toscana, saranno finalmente esposte al pubblico alla fine di questo mese. Dopo lunghi mesi di restauro presso un laboratorio di Grosseto, le sculture saranno presentate al Palazzo del Quirinale a Roma a partire dal 23 giugno.

San Casciano

La tradizione eccezionale di produzioni in bronzo di quest’area dell’Etruria interna sara’ presentata come una spirale del tempo e dello spazio, si legge sul sito del Qurinale. Come l’acqua calda delle sorgenti termali si fa vortice e diviene travertino, così il visitatore scoprira’ come le offerte in bronzo incontrino l’acqua in una moltitudine di luoghi sacri del passato. Non è solo un momento della storia, ma una catena di riti e culti. Dal paesaggio al sacro, dall’acqua calda ai bronzi, il racconto della scoperta di San Casciano dei Bagni si fara’ scoperta dell’antico e della possibilità, grazie allo scavo archeologico di un contesto come il Bagno Grande, di rendere vivo il patrimonio culturale.

San cascianoLe statue risalgono a un periodo compreso tra il III secolo aC e il I secolo dC e furono lasciate come offerte votive dai visitatori che speravano di ottenere guarigione dalle divinità che, secondo la credenza, dimoravano nelle sorgenti termali. I devoti deponevano monete e piccole statuette rappresentanti parti del corpo che necessitavano di cura. Le persone più abbienti, invece, donavano la statua a figura intera delle divinità del santuario, tra cui Igea e Apollo, e dei malati stessi. Le terme furono abbandonate e volutamente sigillate con colonne rovesciate nel V secolo, ma la statuaria votiva si conservò per secoli nelle vasche calde e fangose del santuario accanto al quale la tradizione dei bagni nell’acqua calda continua fino ai giorni nostri.

San CascianoLa scoperta di san Casciano costituisce nel suo complesso il più grande gruppo di statue in bronzo dell’Italia antica mai rinvenuta e rappresenta l’unico caso di recupero di una collezione completa nel suo contesto originale. Tra i reperti più spettacolari figura il “ragazzo magro”, una statua di un giovane romano alto circa 90 cm, affetto da una evidente malattia ossea. Un’iscrizione riporta il nome del giovane come “Marcius Grabillo” e menziona altre sei o dodici statue da lui donate al santuario. Gli archeologi sperano che, con la ripresa degli scavi a fine giugno, sarà possibile scoprire il resto della donazione votiva.

La mostra sara’ aperta dal 23 giugno al 25 luglio e poi dal 2 settembre al 29 ottobre. I giorni di visita sono martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica. Ciascuna visita dura un’ora al prezzo di 1.50 euro.