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NEW YORK, 4 MAGGIO – Ci potrebbero volere anni prima di riportare in luce tutti i segreti che il santuario di San Casciano dei Bagni ha in serbo: “Gli scavi riprenderanno la prossima estate per capirne meglio l’estensione”, ha detto Jacopo Tabolli, anticipando che tra le altre aree di indagine potrebbero esserci quelle sugli “ambulatori medici” dove venivano praticati interventi chirurgici a lato delle piscine votive dove sono stati scaricati centinaia di straordinari ex voto, anatomici e non, da parte di malati e da famiglie di malati venuti da tutta la regione in questa terra di confine nella speranza di una cura.

San Casciano dei BagniTabolli ha presentato i risultati degli scavi di San Casciano a New York per la prima volta fuori dall’Europa. L’occasione e’ stata il Workshop 2023 di studi etruschi e italici organizzato dal NYU Center for Ancient Studies, l’Institute of Fine Arts della New York University e da Columbia. Nella presentazione Tabolli ha sottolineato la collegialita’ dell’iniziativa, che ha coinvolto 60 studenti italiani, irlandesi e ciprioti pronti a scavare in fanghi caldi dove la temperatura saliva, come 2300 anni fa, a 42 gradi centigradi, decine di specialisti di varie discipline non solo strettamente archeologiche, autorita’ locali e governative. “L’acqua calda e’ stato l’elemento unificante di una regione rimasta sempre ai confini”, ha detto l’archeologo, mostrando mappe storiche che vedono San Casciano sulle linee di demarcazione tra Granducato di Toscana e Stato Pontificio.
La prima mostra, come anticipato a gennaio dal Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, sara’ al Quirinale quest’estate, poi pero’ gli straordinari reperti dovrebbero andare in un palazzo cinquecentesco acquistato dalla Curia che diventera’ museo nazionale. Le scoperte del deposito votivo, con 24 statue di bronzo integre e in buono stato di conservazione che, secondo Tabolli, “cambieranno la storia”, sono state annunciate lo scorso novembre. Tabolli, dell’Universita’ per Stranieri di Siena dopo esperienze in Soprintendenza, guida il progetto con il sostegno anche economico del piccolo comune. Lo scavo, ha raccontato a New York, ha portato in luce iscrizioni in etrusco e in latino, a riprova della coesistenza di diverse tradizioni che lentamente si fondevano e alle quali si aggiungono migliaia di monete fresche di conio e una serie di altrettanto interessanti offerte vegetali.
Alcune statue sarebbero state realizzate da artigiani locali ma altre – ha detto Tabolli che e’ stato affiancato nella ricerca dal direttore dello scavo Emanuele Mariotti e da Ada Salvi della Soprintendenza – venivano da relativamente lontano e il legame che appare apparente e’ con Perugia. Il santuario, che esisteva almeno dal III secolo a.C, rimase attivo fino al V d.C. quando in epoca cristiana venne chiuso ma non distrutto, le vasche sigillate con pesanti colonne di pietra e le divinita’  affidate con rispetto all’acqua. Ecco perche’, rimossa quella copertura, gli archeologi si sono trovati davanti un tesoro straordinario ancora intatto di cui e’ possibile ricostruire il contesto grazie agli ex voto donati dalle grandi famiglie del territorio e non solo: le elites del mondo etrusco e poi romano, proprietari terrieri, signorotti locali, classi agiate di Roma e addirittura imperatori. A San Casciano la lingua degli etruschi sopravvisse nelle iscrizioni oltre le date canoniche della storia, e fu una sorta di bolla della pace: “Altrove, per esempio a Chiusi, la romanizzazione fu piu’ forte, ma un luogo sacro come questo sembra esser stato un foro di mediazione”.