NEW YORK, 4 MAGGIO – Ci potrebbero volere anni prima di riportare in luce tutti i segreti che il santuario di San Casciano dei Bagni ha in serbo: “Gli scavi riprenderanno la prossima estate per capirne meglio l’estensione”, ha detto Jacopo Tabolli, anticipando che tra le altre aree di indagine potrebbero esserci quelle sugli “ambulatori medici” dove venivano praticati interventi chirurgici a lato delle piscine votive dove sono stati scaricati centinaia di straordinari ex voto, anatomici e non, da parte di malati e da famiglie di malati venuti da tutta la regione in questa terra di confine nella speranza di una cura.
Alcune statue sarebbero state realizzate da artigiani locali ma altre – ha detto Tabolli che e’ stato affiancato nella ricerca dal direttore dello scavo Emanuele Mariotti e da Ada Salvi della Soprintendenza – venivano da relativamente lontano e il legame che appare apparente e’ con Perugia. Il santuario, che esisteva almeno dal III secolo a.C, rimase attivo fino al V d.C. quando in epoca cristiana venne chiuso ma non distrutto, le vasche sigillate con pesanti colonne di pietra e le divinita’ affidate con rispetto all’acqua. Ecco perche’, rimossa quella copertura, gli archeologi si sono trovati davanti un tesoro straordinario ancora intatto di cui e’ possibile ricostruire il contesto grazie agli ex voto donati dalle grandi famiglie del territorio e non solo: le elites del mondo etrusco e poi romano, proprietari terrieri, signorotti locali, classi agiate di Roma e addirittura imperatori. A San Casciano la lingua degli etruschi sopravvisse nelle iscrizioni oltre le date canoniche della storia, e fu una sorta di bolla della pace: “Altrove, per esempio a Chiusi, la romanizzazione fu piu’ forte, ma un luogo sacro come questo sembra esser stato un foro di mediazione”.